Caos calmo / Sandro Veronesi

  • Milano : Bompiani, 2005. – p. 450

La storia in breve:

Nello stesso istante in cui Pietro salva una sconosciuta da certo annegamento, la sua futura moglie Lara muore davanti agli occhi della figlia Claudia. La reazione di Pietro (voce narrante del romanzo) è quella di passare l’intera giornata davanti alla scuola elementare della figlia. Nonostante questo sia interpretato dagli altri come segno di immenso dolore, Pietro si sente in uno stato speciale di quiete, lontano dalla sofferenza. Da questa particolare prospettiva Pietro raccoglie le confidenze di parenti e colleghi, sconosciuti e dirigenti. Da questo particolare angolo di mondo osserva la vita degli altri e la confronta con la propria. Da qui una serie di riflessioni e di pensieri che portano Pietro ad un’evoluzione in un certo senso inattesa.

Commento:

Le pagine di questo ottimo romanzo presentano vicende quotidiane descritte minuziosamente (rendendone il lettore completamente partecipe) e riflessioni del protagonista. Una specie di autoanalisi, di diario terapeutico, di squarci profondi sull’animo umano. Anche se con qualche limite di verbosità letteraria, la narrazione del protagonista è incisiva e coinvolgente. Si è di fronte più ad una persona che ad un personaggio: le sue emozioni, il suo cinismo e scetticismo, le sue debolezze, la sua immaginazione, la sua saggezza, la sua superficialità, le sue pulsioni ed i suoi desideri. Ci è offerto tutto con un senso estremo di autenticità. E la stessa cosa può dirsi per tutta una serie di personaggi: dai familiari di Pietro, a quelli legati al suo lavoro; da quelli legati alla figlia Claudia, a quelli che incontra durante la giornata passata davanti alla scuola. Si è di fronte ad un vero e proprio microcosmo tenuto insieme dai pensieri di Pietro, dalle sue idiosincrasie, dai suoi incontri, dai suoi ricordi legati al passato, dalle speranze e paure per il futuro prossimo. Mi pare che lo stile dell’autore sia caustico più che ironico, ma unito ad un forte senso di partecipazione al racconto delle grandezze e delle miserie umane.

Stralci:

Come ieri, la sorprendente, bucolica tranquillità di questo punto del mondo mi rassicura, anche se dentro di me continuo a percepire un tumulto, o meglio l’eco di un tumulto: una specie di agitazione lontana ma non lontanissima, come sembrano lontani ma non lontanissimi i rumori del traffico, là sotto, che quassù arrivano attutiti, morbidi, ma arrivano. Caos calmo, penso: come in tutti i genitori ieri pomeriggio all’uscita della scuola, come ogni momento nell’animo di tutti i bambini del mondo. Solo che adesso lo penso per me, per questo stallo che continua a salvarmi dalla sofferenza di cui tutti, tutti quanti m’immaginano preda, e ancora così non è. È un caos calmo, sì, quello che ho dentro. Un caos calmo. [pag.60-61]

 

  • Pronto?
  • Sei proprio stronzo, lo sai?
  • E dài, scusa. Non volevo dirlo.
  • E quando chiedi scusa sei ancora più stronzo.
  • Te lo chiedevo sul serio.
  • Appunto. Quelli che si accorgono d’esser stati stronzi un secondo dopo esserlo stati sono i più stronzi.
  • OK. La prossima volta lascio passare due o tre giorni.
  • Anzi, i più stronzi di tutti sono quelli che dopo aver chiesto scusa fanno gli spiritosi.

[pag.389]

Sai che a proposito di Claudia hai detto una cosa verissima? Sai che hai colto il segreto della sua bellezza? Viene voglia di essere lei, hai detto, ed è proprio così. [pag. 448]